Voci dal set

by " Pensieri "

 

 

“ Prima di entrare”

 

..  C’è un momento, quell’attimo prima in cui sto per aprire la porta ancora chiusa del camerino, in cui l’istante si dilata, si deforma, si racconta…

Sulla porta c’è scritto il mio nome. Guardo distrattamente e afferro la maniglia. Sto per entrare ma ascolto ancora il “fuori”.

Le voci  mi arrivano da lontano e paiono prendere la forma lunga e assonnata dei corridoi deserti di Cinecittà all’alba.

Accompagnano i primi passi di chi arriva portandosi con sé il sonno placido del mattino.

Come per magia le luci di ogni scomparto si accendono: la sala trucco si anima e gli strumenti compaiono sugli scaffali ripuliti. Si sente già il rumore del phone accesso dalla porta semiaperta del reparto parrucco,

alcune voci da dentro, bisbigli, risate.

Qui tutto sta nascendo come questo sole che sembra già troppo forte, di una luce abbagliante che esploderà non appena spalancherò la finestra per far entrare l’ aria viva.

Quest’attimo prima di aprire la porta racchiude tutto: i rumori che conosco e i suoni inattesi e le voci che ho imparato ad ascoltare.

Ancora sono calma, non sembra esserci fretta la mattina, tutto procede seguendo un ritmo che sta trovando la sua velocità, il suo andamento.

Già ci stiamo preparando ad abbandonare chi siamo e a diventare quello che siamo destinati ad essere anche oggi.

Ad ognuno il suo ruolo, il suo grande compito quotidiano. Da questa unione nasce il valore, prende forma una piccola magia sorprendente.

I costumisti  arrivano dal reparto sartoria portando i cambi del giorno  con il loro metro attaccato al collo, le spille da baglia appuntate alle camicie e le tasche piene di accessori, collane, orecchini, occhiali .

Cosi’ spogliano l’attore di quello che è stato fino a quel momento e insieme ai truccatori e parrucchieri lo aiutano a rivestirsi di un nuovo sé, a ricomporsi, ad abbandonare se stesso.

Il loro lavoro è minuzioso, preciso, segue ogni scena, ogni raccordo, ogni evoluzione apparente.

E nel momento stesso in cui apro la porta  del mio camerino e la chiudo alle mie spalle so che sono entrata in un’altra dimensione.

E devo abbandonare me stessa e fare spazio, allargarmi e lasciare andare.

Il foglio con le battute è sulla scrivania , c’è dell’acqua. Dettagli  che rubo ogni giorno alla quotidianità inconsapevole della realtà.

Mi spoglio e lascio li, appoggiati  insieme alle scarpe,  tutti miei problemi, i miei pensieri, quello che fa parte della mia vita.

Non mi importa già più niente di me, ho solo fretta di riappropriarmi del mio  personaggio. Cosi’ mi vesto , vado al trucco, porto con me le battute, le ho già tutte in testa ma quel gesto di tenerle in grembo mentre mi truccano pare mi protegga  dal’insicurezza.

Chiamano il mio nome, lo sento riecheggiare dalla macchinetta che tiene ben attaccata all’orecchio l’aiuto regista. Ora inizia la fretta. E arriva il fonico che posiziona il microphono sotto il mio vestito attento a far si’ che non si veda. Siamo già in ritardo per la prima scena.

Scendo ,corro, guardo per un istante il cielo di Cinecittà, è azzurro, di un azzurro che mi sorprende ogni volta e poi mi ritrovo catapultata sul set. Qui la vita prende forma e lascio tutto alle mie spalle. Ricomincio da qui. Da dove avevamo lasciato la vita ieri, da una nuova scena, da una nuova verità.

Le luci sono già posizionate, le macchine da presa sono puntate verso l’inquadratura che tra poco gireremo. Il regista mi guarda per un attimo e a me balena il pensiero : “Ma sono pronta?…”

Ma il pensiero svanisce nel momento stesso in cui nasce. Non c’è più tempo per i dubbi.

“ 204 prima”Partito. Motore .

Azione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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